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27 settembre 2012

La mediazione trasformativa conquista il Maryland (USA)

Premessa a cura della redazione Quadra: 

Vicki and Dusty Rhoades sono partners da 43 anni e lavorano come mediatori presso il "Community Mediation Centers of St. Mary’s e Calvert Counties" da 12 anni. Hanno ricoperto un ruolo fondamentale nell'istituzione di entrambi i centri ed hanno condotto centinaia di mediazioni, implicanti una serie eterogenea di situazioni conflittuali (ad es. negli small claims - controversie di modesto valore - e cc.dd. Peace Orders presso la District Court, nei casi di discriminazione presso la Commissione del Maryland sui Diritti Civili, nei casi di assistenza minorile (CINA) e nei programmi genitoriali presso la Circuit Court, e molti altri).

 

La mediazione trasformativa è riconosciuta ed accettata come un consolidato approccio nello Stato del Maryland (USA). Al termine di due anni di ricerca promossi dal Maryland Program for Mediator Excellence (MPME), la mediazione trasformativa è stata identificata come uno dei quattro approcci (dei mediatori, in mediazione) ufficialmente riconosciuti nello Stato: facilitativo, inclusivo, trasformativo ed analitico. Permangono ancora domande e stereotipi. Alcuni dicono che "la mediazione trasformativa trasformi le persone", con ciò implicando che la pratica non sia appropriata in molti casi giudiziari. Altri temono che il "processo di mediazione trasformativa impieghi troppo tempo". Esaminiamo queste percezioni.

In primo luogo, il focus della mediazione trasformativa non è sulla trasformazione delle persone, ma sulla trasformazione della qualità delle interazioni conflittuali fra due o più parti. In tal senso, i mediatori trasformativi supportano le parti nella loro scelta rispetto a ciò che esse desiderano affrontare in mediazione ed in che modo desiderano parlarne. Come mediatori trasformativi, non abbiamo alcuna intenzione di cambiare o trasformare la vita delle persone, né crediamo che sia possibile nel breve periodo passato insieme alle parti.

Ma nel sostenere le parti quando raggiungono un certo livello di comprensione, quando scoprono opzioni e quando ascoltano se stesse e gli altri in un modo che apre a nuove informazioni ed intese, ecco che noi le assistiamo mentre esse recuperano la capacità di prendere decisioni informate nel loro migliore interesse. Esse possono poi rispondere agli altri in un modo che poteva sembrare impossibile pochi minuti prima. La qualità della loro interazione si trasforma, da una più negativa, distruttiva, demonizzante ed alienante, ad una più positiva, costruttiva, umanizzante e comprensiva. Le parti sono in grado, ancora una volta, di scegliere qualunque soluzione esse reputino migliore al fine di andare avanti.

Seppure il nostro focus da mediatore è sulla qualità dell'interazione dei partecipanti, piuttosto che sul raggiungimento di un accordo, scopriamo che le parti hanno (paradossalmente) più probabilità di raggiungere un accordo con la mediazione trasformativa (v. statistiche di Quadra in merito). Due centri di “Community Mediation” (CMC) nel Maryland praticano esclusivamente la mediazione trasformativa: il “Calvert County Community Mediation Center” ed il “St. Mary’s County Community Mediation Center”. Il tasso di accordo presso questi centri è più alto rispetto alla media nazionale, ed il livello di soddisfazione, come determinato dai commenti sulle schede di valutazione per le parti, è egualmente alto. Su 157 partecipanti intervistati nel 2011, il tasso di soddisfazione medio è stato di 4,5 su una scala da 1 a 5, dove 5 è il punteggio più alto. Questo include anche le parti che non sono arrivate ad un accordo, ma che hanno asserito di aver tratto dalla mediazione una migliore comprensione del loro punto di vista, come di quello della loro controparte.

Ma la mediazione trasformativa dura troppo a lungo? Questa semplicemente non è stata la nostra esperienza. La nostra prima sessione dura mediamente un'ora. Conversazioni estremamente difficili, come quelle relative ai casi di “Peace Order” (che cosa è un Peace Order?), possono richiedere più tempo, ma questa non è la norma. Ci sono momenti in cui ci viene richiesto di mediare casi che i giudici hanno già sentito. I giudici sanno che siffatti casi sono di difficile gestione e c'è ben poco che si possa fare per trovare una soluzione duratura. Questi casi non sono in realtà a proposito di riparazioni di auto, vialetti in comune, recinzioni rotte o disturbi alla quiete pubblica. Il problema è la crisi d'interazione tra le parti. Esse non sono in grado di comunicare tra loro e così chiamano la polizia o adiscono le corti.

Quando viene data l'opportunità di sedersi con l'altra parte in mediazione, i mediatori trasformativi supportano la conversazione delle parti in modo da permettere loro di ritrovare 1) la loro forza e capacità espressiva per prendere decisioni e 2) la loro capacità di rispondere l'uno all'altro in un modo che consenta ad entrambe di andare avanti.

Quanto all’approccio trasformativo, alcune persone pensano che la mancanza, in mediazione, di un’apparente struttura, impedisca lo svolgersi di una serie ordinata di fasi progressive. In realtà, la mediazione trasformativa ha una struttura, nella quale alle parti viene presentato il contesto della mediazione, l’esplorazione della situazione, le possibili alternative e la possibilità di prendere decisioni in modo autonomo ed informato. I mediatori trasformativi supportano le parti nel loro più elementare esercizio del principio di auto-determinazione: vale a dire come e secondo quale ordine esse stesse desiderano lavorare in questo processo (di mediazione). La nostra esperienza suggerisce che ciò non duri più che in altre mediazioni gestite con approcci diversi.

Altre idee sbagliate: alcuni suggeriscono che "la mediazione trasformativa può essere efficace per un conflitto che coinvolge i rapporti personali, ma non in controversie prettamente commerciali (es. contratti finanziari - business2business)." Il fatto è che ogni conflitto comporta un qualche tipo di interazione relazionale, che si tratti di relazione tra datore di lavoro / dipendente, commerciante / consumatore, locatore / conduttore, e così via. Troviamo che raramente o quasi mai si tratti di questioni “solamente a proposito di soldi”. È quasi sempre, invece, una crisi in termini di interazione: una cattiva comunicazione, una perdita di fiducia, una percezione di ingiustizia od una sensazione di mancanza di rispetto.

 

Traduzione italiana a cura della Redazione Quadra
Fonte
: mediate.com (settembre 2012)
 

 

Altri articoli sulla mediazione trasformativa: 

- Quadra e l'approccio trasformativo

- Mediazione trasformativa: è terapia?

- Statistiche mediazione trasformativa


 
 

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