Quadra opera dal 2003 come provider privato ADR (Alternative Dispute Resolution)
per la gestione e mediazione delle controversie e dei conflitti civili e commerciali
Quadra amministra procedure di mediazione, arbitrato ed expertise
e promuove la diffusione della cultura ADR svolgendo formazione di alto livello
16 novembre 2012
Fibrillazione in Senato sulla reintroduzione dell'obbligo della mediazione per le controversie giudiziarie. Due emendamenti presentati al decreto legge sullo sviluppo, uno a firma Gianpiero D'Alia (Udc) e l'altro Enzo Ghigo (Pdl) reintroducono a tempo fino al 2017 la mediazione obbligatoria, prevedendo la presenza dell'avvocato alla proposta di accordo. Per l'Organismo Unitario dell'Avvocatura si tradisce così la decisione della Consulta che aveva bocciato questo istituto. L'Oua chiede al Senato di respingere la proposta e convoca lo stato di agitazione e minaccia dieci giornate di sciopero per difendere la Costituzione e i diritti dei cittadini dall'ennesimo tentativo di privatizzare la giustizia.
Ieri la commissione Giustizia si è informalmente dichiarata «contrarissima all'unanimità» come riferisce il presidente, Filippo Berselli (Pdl): al di là del merito, spiega, per questioni di «metodo, dato che non sono ancora state depositate le motivazioni della sentenza della Consulta» che ha bocciato la norma.
Vicari, corretto l’eccesso di delega
In commissione Industria la relatrice, Simona Vicari (Pdl), difende gli emendamenti (che in un primo momento sembravano rientrati tra gli inammissibili) e riferisce che la posizione del «Governo è favorevole». Vicari sottolinea la posizione del gruppo, ricordando che, quello della mediazione, «è un provvedimento che hanno proposto Alfano e Casellati. Noi - aggiunge - siamo convinti della bontà della misura proposta dal Governo Berlusconi e continueremo a difenderla. D'altronde - rileva - abbiamo corretto l'eccesso di delega che la Corte Costituzionale ha bocciato. Inoltre questo istituto ha creato 40mila posti di lavoro e, secondo dati Confindustria, ha portato alla risoluzione del 25% delle cause. Se ci spiegano le motivazioni tecniche per cui la misura non va bene ci possono convincere ma qui sembra più una difesa d'ufficio di casta. Tra l'altro - conclude - abbiamo anche introdotto la presenza dell'avvocato che prima non era prevista».
De Tilla, è un colpo di mano
Per Maurizio de Tilla, presidente Oua, «il Senato deve dire no a questo colpo di mano, l'emendamento presentato dal senatore Ghigo, dichiarato ammissibile, fa tabula rasa della decisione della Consulta, ma anche della disponibilità al dialogo e a trovare soluzioni concrete avanzate dell'avvocatura al ministro Severino. Riporta le lancette indietro, rimettendo in corsa un sistema fallimentare negli esiti e ancor sub judice della decisione della Corte di Giustizia Europa. E' incredibile come i fautori del vecchio e bocciato meccanismo, citino in modo parziale un parere della Commissione Europea e omettono il passaggio più importante: la critica di un sistema che non può essere allo stesso tempo troppo costoso per i cittadini e obbligatorio, e quindi, limitare il diritto all'accesso al giudice. Proprio ciò che avveniva in Italia a tutto vantaggio di interessi particolari, unici ad avvantaggiarsi da una dissimulata svendita di un servizio, della privatizzazione della giustizia.
«Troppi interessi girano attorno a questo business, è evidente - conclude de Tilla - il Parlamento con autonomia non deve cedere a queste lobby, altrimenti gli avvocati ritorneranno in piazza per difendere la Costituzione. Pronti a dichiarare altri 10 giorni di sciopero".
© RIPRODUZIONE RISERVATA - CREDITS: Giovanni Negri Sole 24 ore del 16.11.2012 - SOURCE: link