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26 giugno 2018
I dati statistici ministeriali relativi alle mediazioni svolte ex decreto legislativo 28/2010 sono disponibili con aggiornamento a tutto il 2017.
Va preliminarmente considerato che tali dati non danno conto del numero complessivo delle mediazioni che si svolgono in Italia (sfuggono quelle condotte fuori dallo schema del decreto 28, come ad es. quelle familiari o in materia di lavoro) e si focalizzano sostanzialmente sulle procedure sollecitate dal giudice o inerenti materie per le quali la richiesta di esperimento di una mediazione è pre-requisito per l’avvio di un’azione giudiziaria (c.d. materie ‘obbligatorie’);
- diritti reali;
- divisione;
- successioni ereditarie;
- patti di famiglia;
- locazione;
- comodato;
- affitto d’azienda;
- risarcimento danno da responsabilità medica;
- risarcimento danno da diffamazione a mezzo stampa;
- contratti assicurativi,
- contratti bancari;
- contratti finanziari.
Si noti che sino al II trimestre 2012 tale passo obbligatorio richiedeva lo svolgimento effettivo di una mediazione e comprendeva tra le materie anche il risarcimento danni da circolazione veicoli e natanti.
Va detto poi che le statistiche ministeriali non considerano i dati di un organismo attivo dal 2014 nel settore delle mediazioni in tema di contratti assicurativi che denuncia il ricevimento di un numero considerevole di domande ma un tasso bassissimo di adesioni.
Ciò detto, la lettura delle statistiche ministeriale è interessante. In primo luogo, perché esse rendicontano una fetta comunque importante di mediazioni, dall’altro perché si tratta delle uniche mediazioni le cui statistiche sono disponibili in modo attendibile, in quanto raccolte trimestralmente dal Ministero della Giustizia presso i vari organismi abilitati (615 in totale al 31.12.1917 - con andamento decrescente (si era arrivati a circa un migliaio!) - di cui circa il 60% privati (383) e circa il 40% pubblici – precisamente: 84 presso le Camere di commercio, 101 presso gli ordini degli avvocati e 47 presso altri ordini professionali).
Qui sotto il lettore può scaricare due grafici che danno un’idea della situazione (al netto appunto dei dati relativi all’organismo ‘outlier’ sopra citato).
Entrambi mostrano l’andamento delle mediazioni ex decreto 28 dalla loro introduzione (marzo 2011) ad oggi, limitatamente a tre fattori:
- numero delle domande di mediazione presentate
- percentuale di adesione a dette domande;
- percentuale di accordi raggiunti in sede di mediazione.
Il primo grafico raggruppa domande, tasso di adesione e tasso di accordo in cinque periodi significativi:
- Start-up (dal II trimestre 2011 al I trimestre 2012): si tratta del periodo transitorio iniziale nel quale ancora non era operativa l’obbligatorietà della mediazione per la serie di materie contenziose suindicate.
- Obbligatorietà a regime (il II e III trimestri 2012): si tratta del semestre in cui era in vigore l’obbligatorietà;
- Senza obbligatorietà (dal IV trimestre 2012 al III trimestre 2013): si tratta del periodo nel quale l’obbligatorietà è stata abrogata a seguito della nota pronuncia della C. Cost. la quale ha rilevato un eccesso di delega da parte del governo nella previsione della stessa in sede di decreto 28;
- Obbligatorietà attenuata (avvio) (dal IV trimestre 2013 al III trimestre 2014): si tratta del primo anno di sperimentazione di un nuovo regime in cui, in relazione alle materie ‘obbligatorie’, l’onere si è ridotto alla sola presentazione di una domanda di mediazione (e non l’effettivo esperimento della stessa). È il regime attuale.
- Obbligatorietà attenuata (a regime) (dal IV trimestre 2014 ad oggi): si tratta della fase di stabilizzazione del regime attuale.
Il secondo grafico scorpora i dati del primo, per trimestre.
Considerazioni:
a) è evidente che il numero delle domande è crollato con l’eliminazione dell’obbligatorietà, per poi riprendere gradualmente quota e tornare (quasi) sui livelli precedenti (circa 45.000 domande a trimestre,
b) nell'ultimo triennio vi è una preoccupante tendenza al ribasso del numero assoluto delle domande presentate (nel 2015 sono state oltre 196.000; nel 2016 poco meno di 184 mila e nel 2017 poco meno di 167 mila). Inoltre – dato non indicato nel grafico - oltre la metà limitate a 4 delle 13 materie obbligatorie: contratti bancari, diritti reali, condominio, e locazione (di valore medio pari a € 50.000). A queste vanno aggiunte quelle dell’organismo outlier, che oscillano dalle 15 alle 30.000/trimestre).
c) Per quanto riguarda il tasso di adesione, purtroppo (ed inspiegabilmente) il Ministero di Giustizia non lo fornisce più (quello che fornisce è il numero delle volte in cui la parte chiamata compare al primo incontro, al fine di dichiarare che non intende procedere. Il che non vuol dire, come ovvio, che aderisca e che la mediazione effettivamente si tenga). Per tale ragione, le statistiche ministeriali non possono ritenersi attendibili sul punto essendo evidente che siamo in presenza, in tali casi, di ipotesi di non adesione, anche se ufficialmente appare il contrario. Abbiamo pertanto ritenuto opportuno abbattere il tasso ufficiale di adesione portandolo (arbitrariamente) al 60% di quello ufficiale: il risultato è quello che abbiamo denominato come tasso di adesione “ponderato” e questo risulta essere di circa il 25%, dato peraltro ipotetico in quanto stimato); quindi, sempre che la ponderazione sia corretta, solo in 1 caso su 4 la parte o le parti chiamate aderiscono e la mediazione effettivamente si tiene.
c) Un’avvertenza va fatta anche in relazione al terzo paramento, il tasso di accordo, oggi intorno al 43/44%: questo considera solo gli accordi raggiunti in sede di mediazione). Detto tasso è indicativo ma non troppo, in quanto va considerato che, nella realtà, da un lato il raggiungimento di un accordo non coincide con l’effettività dell’intervento del mediatore (in termini ad es. di soddisfazione delle parti), dall’altro che molti accordi vengono raggiunti dopo la chiusura della mediazione (anche se grazie ad essa).
Nel complesso, i dati rendono:
- un leggero calo delle domande di mediazione, con andamento tipicamente altalenante (con picchi stagionali positivi nel periodo autunno-inverno e negativi in primavera-estate);
- una sostanziale tenuta del tasso di adesione rispetto rispetto all'ultimo triennio (dato purtroppo non disponibile, ma prudenzialmente stimabile nel 25%);
- un trend leggermente positivo e comunque significativo (olrte il 40%) del tasso di accordi raggiunti in mediazione.