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Novembre 2013
Da poco più di un mese è terminata la sosta forzata dell'obbligatorietà dello strumento di mediazione e le conseguenze di questo "letargo forzato" si fanno sentire molto più pesantemente di quanto si possa immaginare.
Il primo ad essere rimasto "addormentato" troppo a lungo, pare essere il sito internet del Ministero della Giustizia, il cui registro degli Organismi di mediazione riporta come ultima data di aggiornamento il 21 settembre 2012.
Ma nel frattempo cosa è successo?
Dallo scorso 6 dicembre, con la pronuncia da parte della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegittimità dell'obbligatorietà della mediazione, esperimenti di mediazione ce ne sono stati veramente pochi, con un vero blocco della "macchina professionale" che faticosamente si era messa in moto. A pagarne le conseguenze più gravi, secondo noi, sono stati i cittadini che, non ancora informati a dovere riguardo i meccanismi dello strumento della mediazione, non sono stati indirizzati al suo utilizzo perdendo così un'ottima opportunità di dirimere le proprie dispute senza dover direttamente ricorrere al giudizio di un tribunale.
A pari passo i grandi "danneggiati" sono, a nostro avviso, i mediatori e gli organismi di mediazione. Il danno non è percepibile solo economicamente, (soldi e tempo investiti in formazione, investimenti in sedi, personale, ecc.) ma è soprattutto un danno professionale.
Fare un percorso di formazione e non avere la possibilità di mettere in pratica quanto imparato non è sicuramente il percorso migliore verso la competenza professionale, verso l'erogazione di un servizio di qualità. Molti dei mediatori formati non hanno avuto la possibilità di prestare la loro opera in nessuna controversia, ma neppure di assistere ad una mediazione, poiché proprio nel momento in cui l'utilizzo della mediazione stava diventando quasi prassi, ci si è trovati davanti ad un improvviso stop.
Da poco è entrato in vigore il c.d. decreto del Fare e le istanze di mediazioni parrebbero riapparire sui tavoli degli Organismi. Ciò farebbe altresì intendere che tutto stia tornando “normale". Ma non è così.
Come tutti sappiamo bene, pochissimi mediatori hanno avuto la possibilità di effettuare i 20 tirocini necessari nel biennio successivo all'iscrizione presso un Organismo di mediazione, al fine di mantenere il titolo di mediatore. Sicuramente non per loro negligenza o colpa.
Organismi e mediatori si aspettavano una modifica o perlomeno un chiarimento che avrebbe "sanato" questa anomalia (tutta italiana), dell'aver istituito...